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Biografia di Antoni Gaudí

Antoni Gaudí i Cornet (1852-1926) è il genio dietro La Pedrera - Casa Milà e uno degli architetti più famosi al mondo. Il suo stile unico, singolare e inclassificabile, insieme al suo spirito innovativo, lo ha portato a progettare alcuni degli edifici più emblematici di Barcellona. L'opera di Gaudí, originale nel suo approccio, trascende il suo tempo e i diversi stili architettonici della sua epoca.  

«Le mie idee sono di una logica indiscutibile. L'unica cosa che mi fa esitare è che non siano state applicate prima.» - Antoni Gaudí

La vita di Gaudí fu caratterizzata da un'attenta osservazione della natura, sempre alla ricerca della razionalità delle forme per estrarne tutto il potenziale e l'utilità nella costruzione. La sua opera, inserita nel contesto dell'ascesa del Modernismo in Catalogna alla fine del XIX secolo, è una testimonianza del suo genio creativo. 

La vita


1852
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Mas de la Calderera, Riudoms
Nascita, infanzia e giovinezza
Venerdì 25 giugno 1852, alle nove e mezza del mattino, nacque Antoni Gaudí i Cornet, figlio di Antonia Cornet i Bertran, di Reus, e Francisco Gaudí Serra, un fabbro di Riudoms. Il giorno seguente fu battezzato nella chiesa di Sant Pere. Reus era la città della famiglia materna, dove vivevano e avevano l'attività di caldareria.
 
Gaudí, il più giovane della famiglia, aveva cinque fratelli, due dei quali, Maria e Francesc, morirono prima dei cinque anni. Gaudí frequentò la scuola elementare e media a Reus.
 
La sua salute cagionevole lo costrinse a trascorrere del tempo nella casa di famiglia a Riudoms, dove il contatto diretto con la natura fu fondamentale per il futuro architetto. Fu probabilmente la madre di Gaudí ad abituarlo a interessarsi ai fiori, alle foglie, agli insetti e agli uccelli intorno alla casa Mas de la Calderera con lo scopo distrarlo dai suoi malanni.
 
Mas de la Calderera, una casa di campagna situata a Riudoms, a otto chilometri da Reus, era un luogo di soggiorno abituale per la famiglia, dove il giovane Gaudí trascorse parte della sua infanzia e giovinezza. La famiglia lo chiamava il maset, era grande un ettaro e aveva una piccola casa a un piano senza comignolo.  
1852

1869
Progetto di fontana monumentale per Plaça Catalunya.
Barcellona, 1877 © Archivio Cattedra Gaudí. ETSAB. UPC 
Progetto di un molo.
Barcellona, 1876 © Archivio Cattedra Gaudí. ETSAB. UPC 
Progetto di aula magna.
Barcellona, 1877 © Archivio Cattedra Gaudí. ETSAB. UPC 
Da studente ad architetto
All'età di diciassette anni si trasferì a Barcellona per terminare le scuole superiori. Nel settembre 1873 si iscrisse alla Scuola di Architettura. Il curriculum accademico di Gaudí ci permette di seguire l'iter dei suoi studi, caratterizzati da una certa irregolarità, sebbene eccellesse nel disegno, nella matematica e nella gestione di progetti, che superò a pieni voti. Era uno studente diligente, a modo suo.  
 
Gaudí affiancò ai suoi studi collaborazioni con prestigiosi architetti che videro in lui il suo grande potenziale.
 
All'età di ventisei anni, sostenne l'esame finale e il 15 marzo 1878 ottenne il titolo di architetto. È celebre l'espressione attribuita al direttore della Scuola, Elies Rogent, nel consiglio degli insegnanti: «Abbiamo dato il titolo a un pazzo o a un genio, Il tempo ce lo dirà.» 
1869

1878
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Prima tessera professionale
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Primo ritratto di Gaudí all’età di 26 anni.© Istituto Municipale della Cultura di Reus
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Rivista dell’Associazione Catalanista delle Escursioni Scientifiche.
Giovane dandy e architetto
La vocazione di Gaudí per l'architettura è forte e piena di passione. Può ora ricevere commissioni e firmare come architetto, disegnando il suo primo tesserino professionale: «Antº Gaudí, arquitecto. Bufete: Barcelona-Call-11-3».
 
Sebbene Gaudí non abbia mai dimenticato le sue origini modeste, nei primi anni di attività come architetto si lasciò trasportare dal benessere che stava gradualmente raggiungendo. Egli era di media statura, con occhi azzurri, barba e capelli lunghi, alla moda dell'epoca e ben curati. Era un cliente abituale dei ristoranti, fumava sigari ed era ben vestito, con cappotto e cilindro.  
 
Non si sposò mai, anche se non è chiaro se per sua volontà o perché fu sfortunato nelle proposte di matrimonio, come nel caso della giovane Pepita Moreu, alla quale chiese di sposarlo. Altre due delusioni d'amore lo fecero desistere da ulteriori esperienze amorose
 
In questo momento diventa essenziale la figura di Eusebi Güell i Bacigalupi, il quale oltre a diventare il suo grande mecenate è legato a lui da una grande e profonda amicizia. Fu la collaborazione più intensa fra quelle che ebbe con i suoi clienti.
 
Divenne membro dell'Associazione Catalana di Escursioni Scientifiche, dove strinse amicizia con il poeta e sacerdote Jacint Verdaguer. Gli incontri-escursioni storico-artistici lo portano a viaggiare per la Catalogna, a Maiorca e in alcune città del sud della Francia.
 
Ben presto riceve i primi incarichi importanti.
1878

1883
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Gaudí mostra i lavori della Sagrada Família, 1911 © Archivio Nazionale della Catalogna. Fondo Brangulí.
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Gaudí che riceve la comunione, 1916 © Archivio Fotografico di Barcellona. Frederic Ballell, fotografo.
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Camera da letto di Gaudí nella Sagrada Família, c.1924
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Gaudí. Cattedrale di Barcellona, 1924 © Archivio Nazionale della Catalogna. Fondo Brangulí.
Anni della maturità
Il Gaudí maturo è un uomo austero, dalla vita quasi spartana, geloso della propria privacy, dedito alla famiglia, ai pochi amici e soprattutto al lavoro. Chi lo conobbe sottolineò la sua forte personalità, fatta di una chiara intelligenza, una fine sensibilità e una profonda passione per il lavoro. I suoi collaboratori lo chiamavano Anton o Señor Gaudí. Gaudí non nascondeva il suo carattere impetuoso che, come lui stesso diceva, aveva cercato di controllare per tutta la vita.
 
Nel 1906 Gaudí acquistò una casa del Park Güell e vi si trasferì con il padre e la nipote. Nello stesso anno muore il padre. All'inizio del 1912 morì sua nipote, Rosa Egea Gaudí. Da questo momento in poi, invece di rimanere da solo nella casa del Park Güell, preferisce rimanere nel laboratorio della Sagrada Família, dove trascorre gli ultimi anni della vita.
 
Nel 1910 soffre di una grave anemia dovuta al troppo lavoro e trascorre un periodo di tempo a Vic. Un anno dopo, malato di febbre maltese, si trasferisce a Puigcerdà. Durante il suo soggiorno, Gaudí si ammalò e fece testamento il 9 giugno 1911.
 
La sua cerchia di amici comprendeva il poeta Joan Maragall, il vescovo Grau, il gesuita Ignacio Casanovas, l'avvocato Martí Trias e il medico Pere Santaló.  
 
La fama di Gaudí si era consolidata e aveva oltrepassato i confini. Nella primavera del 1910 fu organizzata una mostra delle sue opere al Salon de la Société des Beaux-Arts di Parigi.  
1883

1924
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Antoni Gaudí con il cardinale Francesco Ragonesi, nunzio del Vaticano. 07/1915 © Archivio Fotografico di Barcellona
Gaudí arrestato
Un episodio della vita di Gaudí che dimostra il suo forte carattere e le sue profonde convinzioni civili e religiose fu l'arresto del 1924. L'11 settembre 1924 la Lega Spirituale della Vergine di Montserrat, di cui Gaudí era membro, organizzò una messa nella chiesa dei Santi Giusto e Pastore, molto vicina al Municipio della città.
 
La chiesa era aperta e Gaudí voleva entrare, ma la polizia non glielo permise, perché durante la dittatura di Miguel Primo de Rivera erano vietati tutti gli atti di rivendicazione nazionale. Gaudí fu arrestato per aver affrontato la polizia e per rivolgersi a loro in catalano. Egli riteneva che non avessero alcuna autorità per vietargli il culto, autorità che per Gaudí spettava solo al vescovo.
 
Fu trattenuto per quattro ore e dovette pagare una multa per uscire. Non avendo denaro con sé, inviò un messaggio al parroco della chiesa della Mercè perché lo aiutasse a pagare la multa. Il parroco si presentò subito con settantacinque pesetas: cinquanta per pagare la multa di Gaudí e le altre venticinque per pagare la multa di un prigioniero, un venditore ambulante, che si trovava con lui e di cui Gaudí ebbe pietà.
1924

1926
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Rivista «Mundo gráfico» (Madrid), 16/6/1926
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Rivista «Gaseta de les Arts», 01/07/1926
La morte di Gaudí
Nel pomeriggio di lunedì 7 giugno 1926 Gaudí si recò all'oratorio di Sant Felip Neri. Nei pressi di Plaça de Tetuan, assorto nei suoi pensieri, venne investito da un tram. L'uomo, rimasto privo di sensi, fu portato all'ospedale della Santa Creu. Nessuno lo riconobbe, era vestito in modo umile e non portava con sé documenti, solo un libro dei Vangeli in tasca. Sopravvisse per tre giorni. Ricevette la visita di amici e colleghi e morì il 10 giugno, all'età di 73 anni.
 
Il 12 giugno, una grandiosa manifestazione di lutto cittadino accompagnò il feretro verso la Sagrada Família, dove fu sepolto nella cripta. La morte di Gaudí ebbe un grande impatto sulla società barcellonese e vennero pubblicate decine di articoli su giornali e riviste. Ai suoi funerali partecipò una folla immensa, evidenziando la dicotomia tra artista-genio e figura popolare.
 
Nella Gaceta de las Artes del 1° luglio 1926, Joaquim Folch i Torres dedica all'architetto un ampio articolo di sei pagine dal titolo «Il lutto comune». «Quando Gaudí è morto, abbiamo assistito al paradosso di un grande lutto collettivo, di un lutto "comune" per il passaggio a miglior vita del grande artista che ha quasi sempre lavorato contro "il senso comune". Il fenomeno della popolarità di Gaudí è estremamente curioso e allo stesso tempo è singolare il fatto che ci sia stato un autentico lutto collettivo, sincero e profondo, come quello dei catalani per la morte di un architetto. È difficile trovare un caso simile nella storia contemporanea e non ce n'è alcuno nella storia delle epoche passate. Ed è ancor più difficile considerando il fatto che quasi nessuno ha apprezzato l'opera di questo architetto.»
1926

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