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Nel corso degli anni, La Pedrera è stata teatro di oltre quindici film, da Gaudí di Josep Maria Argemí (1960) a Vicky Cristina Barcelona di Woody Allen (2008) e "Rastros de sándalo di Maria Ripoll (2014), oltre a Professione: reporter di Michelangelo Antonioni (1975), con Jack Nicholson e Maria Schneider, e Biotaxia di José María Nunes (1968), tra gli altri.

Potete trovare maggiori dettagli su questi film sul sito http://pedreraeducacio.lapedrera.com/cast/index.htm nella sezione "Luogo di finzione".

http://pedreraeducacio.lapedrera.com/cast/index.htm

Siamo sicuri che ci sono molti altri film che sono stati girati o in cui appare La Pedrera e di cui non abbiamo notizia. Inoltre, grazie a Merli Marlowe, oggi possiamo conoscere in prima persona un gioiello dell'archivio cinematografico svizzero: "La vergine di Shandigor

Diretto dallo svizzero Jean-Louis Roy nel 1967, La vergine di Shandigor è una parodia dei film di spionaggio, in particolare di James Bond. Nelle parole del suo regista, si tratta di un film di spionaggio fantastico, un omaggio ai film d'avventura della sua giovinezza, in cui il mondo della Guerra Fredda viene evocato attraverso la visione barocca e poetica fornita dalle diverse ambientazioni e dai vari personaggi. Amante dell'architettura, Roy nasconde nel titolo un omaggio a Le Corbusier e a Chandigarh, la città progettata dall'architetto svizzero in India. Ma sono soprattutto le opere di Gaudí, con le loro forme arrotondate e oniriche, che contribuiscono a evocare un luogo magico ed esotico.

Uno scienziato atomico mezzo matto, Von Krantz, ha scoperto un metodo per disattivare le armi nucleari, l'Annulatore. Von Krantz, invalido, vive in casa con la figlia Sylvaine e il suo assistente albino Yvan, sul quale esercita una spietata tirannia. I servizi segreti di diverse potenze straniere e altre organizzazioni come "Les Chauves", guidate da Serge Gainsbourg, e "Les Asiatiques du Soleil Noir d’Orient", hanno incaricato i loro agenti di impadronirsi dei piani dell'Annulatore. L'immagine dei progetti è stata ripresa in un filmato di famiglia girato durante una vacanza a Shandigor (che, curiosamente, è molto simile a Barcellona...).

Il tetto della Pedrera è uno degli scenari per il ricongiungimento di Sylvaine, la figlia di Von Krantz, con il suo ex amante, Manuel. Dopo aver scoperto per caso dove si nascondono i piani dell'Annulatore, Sylvaine fugge dalla casa del padre e viene catturata da un gruppo di agenti calvi, che la drogano per interrogarla. Nel mezzo del delirio, Sylvaine ripete "Shandigor" e "Manuel". Gli agenti decidono di trasferirla a Shandigor e di seguirla, sperando che li conduca ai piani dell'arma segreta. Sylvaine incontra nuovamente Manuel e passeggiano in un solitario Park Güell, nel parco divertimenti del Tibidabo e alla Pedrera. La coppia fa un giro sul tetto mentre un agente calvo li osserva nascosto tra due serie di camini. La Pedrera e le sue forme stravaganti contribuiscono, come molte delle altre ambientazioni scelte, a creare un'atmosfera volutamente fredda e misteriosa. L'abbandono che si intravede negli stucchi scrostati dei camini contribuisce a rendere la scena ancora più spettrale.

"La vergine di Shandigor è un'opera anomala nella filmografia di Roy che è diventata un cult del cinema svizzero grazie all'interpretazione di Daniel Emilfork (Von Krantz) e all'uso di una scenografia sorprendente e impressionante. Il regista utilizza le forme pseudo-futuristiche, barocche e geometriche di diversi ambienti ed edifici, sia della zona di Ginevra, con i Bains des Pâquis, lo Château El Masr e La Gordanne, sia della città di Barcellona, in particolare con le opere di Gaudí: il Park Güell, la Sagrada Família e La Pedrera.

Jean-Louis Roy inizia la sua carriera come cameraman televisivo per la TV svizzera nel 1954. Prima di diventare regista, lavora come montatore. Nel 1970 gira Blackout, come membro del Gruppo 5, un gruppo di cinque cineasti che lavorano nell'allora nascente televisione svizzera. Nel 1972 gira L’Indien des Acacias, l'anno successivo La Maison des souvenirs e nel Romands d’amour. Si è ritirato nel 2006.

Scheda

Regista: Jean-Louis Roy

Sceneggiatura: Jean-Louis Roy, Gabriel Arout e Pierre Koralnik

Direttore della fotografia: Roger Bimpage

Montaggio: Françoise Gentet

Produttore: Gabriel Arout

Produzione: Frajea Films

Musica: Alphonse Roy e Serge Gainsbourg

Interpreti: Marie-France Boyer (Sylvaine), Ben Carruthers (Manuel), Daniel Emilfork (Herbert Von Krantz), Jacques Dufilho (Schoskatovich), Serge Gainsbourg (il capo dei Calvi), Howard Vernon (Bobby Gun), Marcel Imhoff (Yvan), Jacqueline Danno (Esther), Marc Fayolle, Adrien Nicati, Serge Nicoloff e Georges Wod (spie), Eric Brooke, Gabriel Arout e Pierre Chan

90 min. Bianco e nero. Lingua: francese.

Il film è stato presentato al Festival di Cannes nel 1967. Ha avuto una scarsa diffusione commerciale e nel luglio 2016 è stato restaurato e presentato al 70° Festival Internazionale del Film di Locarno nella sezione "Cinema svizzero riscoperto".

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