Il dio Pan che suona la siringa alla Pedrera
Quando attraversiamo la porta in ferro battuto e vetro dell’edificio, siamo accolti dagli straordinari dipinti sulle pareti degli atri d’ingresso di Casa Milà.
Uno degli arazzi riprodotti nel cortile del Passeig de Gràcia de La Pedrera è la rappresentazione di Pan e Siringa, nell'ambito della leggenda romana degli dei Vertumno e Pomona che racconta l'origine del Flauto di Pan.
Nella mitologia greca, Siringa era una ninfa che amava cacciare con l'arco. Il dio Pan, dio dei pastori e delle greggi, un giorno la trovò, se ne innamorò e cominciò a inseguirla finché la ninfa si gettò nel fiume. Lì, messa alle strette, chiese aiuto alle sue sorelle ninfe che, commosse, la trasformarono in un canneto.
Quando Pan arrivò non poté che abbracciare le canne che ondeggiavano al vento, e il suono che producevano gli piacque così tanto che decise di farne un nuovo strumento musicale. Così creò la siringa (così chiamata in ricordo della ninfa), nota anche come il Flauto di Pan.
L'arazzo lo esprime in modo concentrato: "Pan che suona il flauto a sette canne e, accanto a lui, Siringa che lo respinge con il braccio alzato". Pan è raffigurato come mezzo uomo e mezzo animale, con due corna sulla fronte, un corpo di velluto e gli arti inferiori sono quelli di una capra, i piedi zoccolati e le gambe forti e nerborute.
In questo modo cosi originale, il dio Pan ci accoglie suonando la siringa alla Pedrera, al centro di spettacolari e lussuose ambientazioni di giardini architettonici in cui sono descritti gli amori di Vertumno e Pomona.
Quale modo migliore per iniziare le attività di lavoro, visita o tempo libero, accompagnati da dei e dee, ninfe e un giardino fiorito.
La tecnica utilizzata per la sua esecuzione consiste nel riprodurre le foto delle incisioni in bianco e nero che Aleix Clapés aveva degli arazzi della collezione del Patrimonio Reale, utilizzando "colori tenui". Il diaprat è una tecnica utilizzata per la decorazione di oggetti con colori vivaci, utilizzati in araldica e applicando i colori per formare il fogliame. Una tecnica che, sebbene offra risultati impressionanti, rappresenta un esercizio di grande disciplina e dedizione.
L'artista utilizzava cartoncini quadrati realizzati da lui stesso e poi li trasferiva, frammento per frammento, sulle pareti. Le varie scene sono state dipinte a olio. In questo compito, come assistenti di Clapés, parteciparono i pittori di spicco Iu Pascual, Xavier Nogués e Teresa Lostau, all'epoca nuovi talenti.